Già di per sè questi primi pomeriggi d'autunno invitano a ritagliarsi un piccolo spazio di tempo da rendere caldo e intimo magari con una tazza di tè insieme a un'amica. E' stato detto tantissimo sui diversi modi di preparare il tè, ma più di tutti mi ha colpito la tecnica di preparazione descritta da Marina Pasotti, una vera studiosa del tè.
La prima cosa da fare per accingersi a preparare una perfetta tazza di tè è accendere una candela; dev’essere un momento di autentico piacere, e il vero segreto è non avere mai fretta.
Si mette a scaldare l’acqua, in un pentolino, oppure in bollitore, avendo cura di
usare dell’acqua buona.
Non dovrà necessariamente essere di sorgente, ma bisogna sapere che acque troppo calcaree aggiungono all’infuso un retrogusto sgradevole.
L’acqua per il tè non va mai fatta bollire: la temperatura ideale varia fra i 60° e gli 85°, a seconda della tipologia di tè che si è scelto.
Nell’attesa si predispone il servizio da tè: teiera, filtro, tazza con piattino. Si appoggia il filtro nell’imboccatura della teiera, che dovrà essere preriscaldata, poi si mettono le foglie di tè nel filtro, e infine vi si versa sopra l’acqua.
usare dell’acqua buona.
Non dovrà necessariamente essere di sorgente, ma bisogna sapere che acque troppo calcaree aggiungono all’infuso un retrogusto sgradevole.
L’acqua per il tè non va mai fatta bollire: la temperatura ideale varia fra i 60° e gli 85°, a seconda della tipologia di tè che si è scelto.
Nell’attesa si predispone il servizio da tè: teiera, filtro, tazza con piattino. Si appoggia il filtro nell’imboccatura della teiera, che dovrà essere preriscaldata, poi si mettono le foglie di tè nel filtro, e infine vi si versa sopra l’acqua.
L’attesa del tempo necessario all’infusione non è mai tempo perso, lo si usa per godere del profumo e del calore che irradia dal tè, per trovare la giusta luce, per smoccolare la candela, per sistemarsi nella pozione più comoda; a volte quattro minuti vi sembreranno pochi.
Una volta tolte le foglie dall’acqua, che ora si è trasformata in tè, lo si versa nella tazza. Non si aggiunge niente, e si inizia a sorseggiarlo lentamente.
Perché considerare un’arte un’operazione così semplice come farsi un tè?
Perché usare il servizio buono quando si potrebbe mettere una tazza d’acqua nel microonde e poi inzupparci una bustina?
Perché sedersi, dato che si può bere anche in piedi, o facendo altre cose allo stesso tempo?
In realtà non posso rispondere a queste domande, perché non c’è un motivo, solo c’è differenza.
La stessa differenza che separa banale da speciale.
Anche se non è vostro il compleanno, non dimenticate di esprimere un desiderio nel soffiare sulla candela.
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