Nella civiltà
contadina siciliana, infatti, esso rappresentava il tipico dono che ci si
scambiava a Pasqua. Bello per la forma, nutriente e sostanzioso.
La preparazione
costituisce un vero e proprio rito comunitario. Il “Cicilìu” è un prodotto che
nasce per creare condivisione e comunione. In passato questo dato era ancora
più evidente, quando ci si riuniva in casa per la preparazione dell’impasto.
Tra le forme più tipiche vi è il “ciciliu” a forma di cestino o campana, che
può contenere anche più di 2 uova, l’”aceddu cu l’ovu” e la “cuddura” di solito
con un numero di uova dispari. Ogni forma aveva il suo significato: la
ciambella rotonda di pasta a treccia era per gli amici (per consolidare il
legame affettivo), quello a forma di cuore per l’amato, il galletto o la
colomba per i ragazzi (con l’augurio di poter spiccare presto il volo), la pupa
per le ragazze (augurio di feconda femminilità), il cestino per le famiglie
(auspicio di abbondanza).
E’ facile immaginare
che più uova ci sono, più il “Cicilìu” assume importanza e significato di
rispetto a chi si dona. Sembrerebbe, addirittura, che in passato esistesse un
vero e proprio “galateo del Cicilìu” in base al quale quello da donare al
fidanzato doveva essere ornato con 9-11 o più uova, quello della suocera con 7
uova, quello dei cognati con 5, quello dei nipotini con 3. Le ricette sono
diverse, a seconda che si preferisca l’impasto del pane tradizionale o quello
del biscotto. La ricetta che segue richiede l'impasto biscotto.
Ingredienti:
500 gr Farina 00;
200 gr zucchero;
200 gr di uova (o 200 gr
di latte);
100 r di strutto (o
burro);
1 bustina di lievito
per dolci;
un pizzico di sale.
Ingredienti per
decorare:
1 uovo sbattuto;
8, 10 uova sode;
1 confezione di
codette;
1 pennellino.
Procedimento:
Si fa la classica
fontana e si impastano tutti gli ingredienti insieme. All’impasto viene data la
forma che più si preferisce: chiocciole, polipi, rose, trecce… Quindi si
aggiungono le uova, che impreziosiscono il tutto, nel numero desiderato e si
decora con le codette colorate, dette anche “diavulicchi”. Si depongono
direttamente sulla teglia per infornare, si spennellano con un uovo sbattuto
con un po' di latte e zucchero. Si cuociono a 180° per 15 di minuti circa (ovviamente questi tempi sono solo indicativi…. appena si colorano sono pronti.
La ricetta e le foto
sono tratte dal sito: "santamariaelemosina.wordpress.com"
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